martedì 8 gennaio 2013

Un vestito nuovo e un paio di scarpe rotte

ovvero quando le parti debitamente si rispondono


L'aspirazione a un vestito nuovo non è un male quando ha a che fare con la bellezza. 
E' un bisogno ancestrale quello dell'uomo di mettere ordine al caos che gli sta intorno. Curare la propria persona per appartenere al gruppo, per non essere esclusi, ancor prima di apparire è una delle caratteristiche che ci distingue dagli altri animali. E' questione di armonia, di ritmo, di elementi che si susseguono con una qualche logica per creare un senso. Una tensione alla piacevolezza che attraverso la vista, l'olfatto o l'udito ci suscita emozioni positive. Questo è mettere ordine;  l'ordine come serie, dice il dizionario dei sinonimi, si contrappone alla disarmonia. Un giardino, un orto, un qualsiasi spazio modellato dall'uomo assume sostanza nell'espressione del sentimento che tiene insieme le varie parti, che gli conferisce significato. Ma una sequenza di oggetti da sola non basta. Senza una scintilla di vita, una soluzione di continuità, un'alternanza, tutto è omogeneo, nulla ha valore. Chiazze di prato bruciato, qualche erbaccia, una pietra sul sentiero, un prato spettinato segnano il metro, danno consapevolezza e rapportano al reale.

In questo senso il desiderio di pulizia, di ordine, di un vestito nuovo ben venga. 
A patto di avere un paio di scarpe rotte a far si che le parti "debitamente si rispondano".




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