lunedì 25 febbraio 2013

Home. Un pensiero per il Pianeta Terra.

Veloce, sempre più veloce.

Clima, acqua, suolo, agricoltura, fame nel mondo, sono solo alcuni dei temi affrontati attraverso le straordinarie immagini del film di cui vi voglio parlare.

Veloce, sempre più veloce.
Questo è il leit-motiv che scandisce il ritmo del racconto.
Il racconto di quello che la società è diventata negli ultimi 40-50 anni.



Veloce, sempre più veloce...
Due dati al volo:
7 mld circa le persone che attualmente vivono sul pianeta.
3 mln gli agricoltori di tutti gli U.S.A. che producono cibo per 2 mld di persone.
Quasi 1 mld le persone che ogni anno sono colpite  dalla fame.
20%, la percentuale della popolazione mondiale che consuma l'80% delle risorse di tutto il pianeta.
E parliamo di queste risorse:
40%, le terre coltivabili che hanno subito danni permanenti o a lungo termine.
13 mila i litri di acqua necessari per produrre 1 kg di manzo!
40%, la percentuale di diminuzione della calotta polare in 40 anni.
Ma udite udite: 13 milioni, gli ettari di foreste che ogni anni scompaiono nel mondo...

I dati che vi ho citato sono solo alcuni di quelli menzionati in HOME, capolavoro ecologico del regista-fotografo Yann Arthus-Bertrand, prodotto dal noto Luc Besson.
Il film è stato diffuso gratuitamente grazie ad una significativa sponsorizzazione (gruppo PPR) e soprattutto è stato diffuso contemporaneamente nelle sale cinematografiche di 50 paesi, in occasione della giornata mondiale dell'ambiente. Quel giorno, a Parigi, si è proiettato sempre gratuitamente su di un maxi schermo sulla Tour Eiffel, davanti ad una folla di 50.000 persone. In Italia questo regalo è passato in silenzio. Nessuna grande città ha recepito l'invito a proiettarlo come si è fatto a Parigi...



Il film fa omaggio di alcune immagini straordinarie, tutte esclusivamente riprese dall'alto.
E fa omaggio di alcuni concetti basilari, noti ma spesso dimenticati. Il cuore del film è il concetto della connessione, termine che sembra oramai unire chiunque parli il linguaggio dell'ecologia. Esemplificato, un'azione realizzata qui, ora, ha ripercussioni dirette ed indirette su tutto il Pianeta: «Tutta la materia vivente è collegata: acqua, aria, suolo».
Argomento a me caro, il film tocca più volte il tema dell'agricoltura: «L'invenzione dell'agricoltura ha cambiato la nostra storia: è successo meno di 10000 anni fa. L'agricoltura è stata la nostra prima grande rivoluzione. Ha creato i primi scambi e ha dato vita alle città.  e alla civilizzazione. Il ricordo di migliaia di anni alla ricerca di cibo è svanito: abbiamo reso i cereali il lievito della vita, abbiamo moltiplicato le varietà ed imparato ad adattarle al nostro terreno e al nostro clima. Siamo come ogni altra specie del pianeta: il nostro bisogno principale è quello di sfamarci. Metà della popolazione mondiale coltiva la terra e più di 3/4 lo fa manualmente.»



Ci sono immagini bellissime di orti africani, di uomini che raccolgono cotone, di altri che mietono il grano. Ci sono poi immagini strazianti di aerei che volano su una monocoltura spruzzando antiparassitari, di serre a perdita d'occhio nella pianura spagnola, di ettari di soia ogm laddove respiravano gli alberi della foresta amazzonica.
( Non voglio accennare al tema degli OGM, che affronterò in un'altra occasione dedicandomi solo a quello. Merita un approfondimento.)

Il messaggio di Home è chiaro: è troppo tardi per non ascoltare. E' troppo tardi per far finta di niente...
Eppure i governi mondiali non parlano di questi temi.
Parlano di crescita, di sviluppo, di lavoro, di economia...



Dopo più di un'ora di respiro affannato (questa è la sensazione che ho provato), il film evolve in un finale aperto. Tocca a noi scrivere la nostra storia...

Ed io voglio cercare di farlo, senza attendere che i governi lo facciano per me, senza attendere che la crisi mi stringa nella sua morsa facendomi dimenticare ciò che davvero è essenziale, coltivando il mio piccolo pezzo di terra nel totale rispetto degli esseri che la compongono. Perchè è vero che ogni azione, qui ed ora, in qualche modo risuona in tutto il Pianeta. «La magia del mondo è davanti ai nostri occhi.»

Guardate il film!

http://www.youtube.com/watch?v=54FTatnqXjY



Le immagini sono scaricate dal sito di Yann Arthus-Bertrand, regista del film e fotografo. Sono scaricabili dal sito

http://www.yannarthusbertrand2.org/index.php?option=com_datsogallery&Itemid=27&func=detail&catid=110&id=2300&p=1&l=1680



venerdì 8 febbraio 2013

Malva Moschata


La Malva Moschata L. è una pianta erbacea perenne, originaria dell'Europa meridionale. In Italia è diffusa in tutte le regioni eccetto Valle d'Aosta, Lombardia e Sardegna. 

Predilige gli ambienti freschi e umidi fino ai 1500 metri di quota. Il fusto raggiunge i 30-50 cm di altezza, ha foglie palmato-lobate profondamente incise con denti arrotondati. I fiori di colore rosa tenue sono costituiti da 5 sepali di forma trapezoidale che convergono verso una sorta di tubo centrale che avvolge lo stilo e riunisce stami e antere libere di colore chiaro.



Il nome del genere deriva dal greco malakòs (morbido) e poi dal latino mollire alvum (ammorbidire) in riferimento alle sue proprietà emollienti. L'appellativo Moschata, dall'arabo "musk". è dovuto all'odore delle foglie essiccate.

Al Buon Villano abbiamo scoperto qualche pianta che cresce lungo la strada sterrata di accesso, all'ombra dei castagni. Fiorisce a fine giugno.

Per approfondire: actaplantarumfunghiitaliani.