domenica 23 dicembre 2012

Manifesto per la terra e per l'uomo - pensieri di fine anno

Ho appena terminato una lettura tanto semplice quanto illuminante. Si tratta di "Manifesto per la terra e per l'uomo"di Pierre Rabhi, emigrato algerino in Francia che da 45 anni a questa parte dedica la sua vita alla difesa della terra, dell'agricoltura e della sana cooperazione fra gli uomini. Ha fondato diversi movimenti di pensiero e di pratica agroecologica e lotta per un nuovo umanesimo basato sul rispetto di ogni forma di vita. Nella fattispecie si è insediato nell'Ardèche francese dove ha costruito un villaggio basato sui principi etici che predica. Il villaggio si chiama "le Hameau des buis" e ruota intorno ad una scuola dove si insegna ai bambini non solo la conoscenza di base ma un'arte di vivere consapevole. Digitando su google "La ferme des Enfants" troverete oltre al sito anche un pò di video che raccontano l'avventura straordinaria che si sta svolgendo lì nell'Ardèche. Stesso discorso per "Les Amanins", ecocentro di sperimentazione di uno stile di vita agroecologico, anch'esso nato dalla volontà di Pierre Rabhi.



Ho scelto un paio di estratti dal libro, sottolineati con insistenza perchè esplicativi di concetti che trovo universali e rivoluzionari nella loro semplicità.

"Fare dell'agroecologia e della cultura biologica una parola d'ordine planetaria non sarebbe un passo indietro come dicono alcuni, ma significherebbe piuttosto rispondere alle necessità della sopravvivenza, rispettando la vita in ogni sua forma. Si tratta semplicemente di mettere le conquiste della modernità al servizio di un progetto umano: ricreare strutture a misura d'uomo, rivalorizzare la microeconomia e l'artigianato, riconsiderare l'organizzazione del territorio, educare i bambini ai valori della cooperazione e della complementarità, risvegliare la loro sensibilità alla bellezza e al rispetto della vita. (...) Non si tratta di essere autarchici, ma autonomi ed aperti ad altre autonomie."

" Può sembrare esagerato credere che la scelta di un pomodoro, di un pollo, di un vestito, l'attenzione che diamo alle persone che frequentiamo ogni giorno, la scelta dei nostri sistemi di gestione sul luogo di lavoro, possano rivoluzionare l'orientamento dell'umanità. E tuttavia è questa somma di piccole scelte, stimolate da una visione consumistica e produttivistica del mondo, che ci ha portati dove siamo. (...) Noi non ci aspettiamo più che un sistema economico ed un'ideologia politica rispondano a tutte le domande della società, non ci aspettiamo più che i nostri eletti o i nostri dirigenti d'impresa siano i soli a fare un orientamento al mondo. Noi scegliamo, oggi, di riprendere in mano il nostro destino e quello dei nostri figli. "

Ultimo scritto che ho sottolineato e che voglio appuntare: "Coltivare un orto è un atto legittimo di resistenza a una logica di monopolio fondata su criteri strettamente lucrativi e aleatori", mettendo l'accento sull'intrinseca bellezza del concetto "atto legittimo di resistenza".




Al Buon Villano sogno di tradurre in pratica i pensieri di Pierre Rabhi, ma in realtà è quello che già sta accadendo seppure in sottotono e con obbligata umiltà. Le nostre forze ci consentono di muovere passi lenti e felpati ma l'obiettivo è sempre più chiaro e anche se è faticoso dover aspettare i risultati, è bello sapere di credere in qualcosa.

Pensieri di fine anno.
Con la speranza di un nuovo umanesimo!

Lara


(le immagini sono state scaricate dal web)

mercoledì 5 dicembre 2012

Lychnis viscaria


Lychnis viscaria o Silene viscaria è una pianta erbacea perenne della famiglia delle caryophyllaceae. Diffusa in Italia specialmente nelle regioni settentrionali predilige i prati aridi e sabbiosi su substrati silicei. Vegeta tra i 1000 e i 1600 mslm.
Il nome del genere deriva dal greco lýchnos, lampada, mentre viscariadal latino viscum - vischio - fa riferimento ai fusti altamente appiccicosi. Questa caratteristica da origine al nome Viscaria viscosa con cui è anche conosciuta.

La nostra piccola popolazione è tutta concentrata tra la concimaia e la serra e fiorisce a giugno.