C'è questa primavera un pò bizzarra (caldo, freddo, sole e nubi :-( ) e ci sono esperienze come quattro giorni ad Orticola insieme a Clemence del vivaio Ciancavarè che aprono squarci in nuovi orizzonti.
E si, è strano per me dover ammettere di aver scoperto una Milano con voglia di fiori e di giardino, ma anche e soprattutto di orto; in ricerca di nuovi stili di vita.
Al ritorno alla base, dopo 2 giorni di gran caldo, i prati erano fioriti e mi è sembrato un quadro impressionista. Mi è sembrato di stare via una vita intera e di scoprire un paesaggio nuovo: margherite, ranuncoli, garofanini, knautia punzecchiano ora la distesa verde ed è tempo di uscire.
Così ieri sera, al Buon Villano, mi è venuta voglia di passeggiare nel prato e raccogliere un pò di materiale per un vaso di fiori ed un pò di "verdura" per una cena di primavera.
Ne è uscito un piatto eccezionale che mi appunto qui per non dimenticarlo: insalata di ceci con spinaci dell'orto, rucola spontanea (diplotaxis tenuifolia), pimpinella, punte di finocchio selvatico insieme a polenta (fatta con la farina macinata dai genitori di Fabio del mais da loro coltivato) condita con chiodini (da qualcuno chiamati prataioli) passati in padella con aglio e prezzemolo.
Era divina!
Questa sera replico la voglia di verdure primaverili e mentre scrivo cuoce in pentola una pasta che condirò con bietole da costa dell'orto, luppolo spontaneo e blu di bufala comprato oggi nel caseificio di Caraglio.
Bisognerà ben togliersi qualche soddisfazione ogni tanto!
Lara
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