E' autunno ma le temperature raccontano di altre stagioni.
La natura geme sotto questo sole sconosciuto agli ultimi giorni di ottobre, indecisa se bere altra linfa o prepararsi alla quiete dell'inverno.
Il bosco è sordo, e penetrandovi le sensazioni sono sempre le medesime: è un altro anno che se ne va impazzendo nel tripudio di colori per poi lentamente morire nel vuoto delle giornate invernali.
Questi sono i mesi che detesto, perchè ci trascinano nelle tenebre rubandoci luce, perchè la natura è costretta all'immobilità, e soprattutto perchè odio l'inganno di questi colori accesi che in un attimo svaniscono colando nel grigio.
Amo la terra quando pulsa di vita, quando sedendomi sul prato il calore penetra nelle ossa, quando il sole abbaglia l'orizzonte e i grilli cantano senza tregua.
Quindi questo non è il mio tempo e da oggi - complice lo scherzo maledetto del ritorno all'ora solare - mi metto in paziente attesa di un nuovo anno. Che porti al Buon Villano nuovi germogli, nuovi fiori e lunghe giornate di luce.
Lara
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