Questa immagine non ha bisogno di commenti.
I commenti li meritano solo i nostri amministratori italiani che diserbano là dove nascono meraviglie...
giovedì 22 agosto 2013
domenica 4 agosto 2013
il profumo della saponaria e della salvia sclarea
E' stato il tempo del fieno, il tempo del raccolto dell'aglio e per il secondo anno di seguito, il tempo del frinire della cicala.
Sono giorni di calura intensa che a me personalmente fa un gran piacere e che sognerei perdurasse per un tempo molto più lungo.
Sono giorni in cui inizia il copioso raccolto dei fagiolini americani e dei primi datterini nella serra.
Nell'aiuola nuova sotto il ciliegio, invece, è fiorita in queste ultime ore la saponaria doppia.
Rinvenuta in una cascina abbandonata nei pressi di Ceva l'anno scorso, non ne avevo mai trovato altri esemplari in giro. Il portamento è il medesimo della saponaria officinalis, ma la contraddistingue la fioritura stradoppia ed un profumo dolcissimo ed intenso. Dall'anno scorso si è moltiplicata in abbondanza ed ho potuto dividerla sistemandola in vari posti dell'orto-giardino per assicurarmi la sua permanenza al Buon Villano. Da un pò di ricerche botaniche potrebbe trattarsi della saponaria officinalis "Rosea Plena", una cultivar non così conosciuta che sono molto contenta di aver salvato dall'abbandono del suo giardino d'origine.
Ora la sera, verso l'ora del tramonto, l'aroma dolce della saponaria si mescola a quello della salvia sclarea. E' un momento che amo e che attendo per lunghi mesi, anche perchè la salvia sclarea , che in realtà arriva in omaggio dal giardino del Borgo Medievale di Edo, per me è il ricordo dell'aroma di maggio nei prati del Luberon quando la ginestra e la sclarea invadono l'aria lungo le strade brulle che salgono verso i piccoli villaggi di Provenza.
Anche il canto delle cicale che in questi giorni è quasi costante, mi porta con lo sguardo oltre le ultime dorsali dei monti, la' dove la Francia si arrampica ad abbracciare l'Italia in una terra di confine in costante ricerca di identità.
L.
Sono giorni di calura intensa che a me personalmente fa un gran piacere e che sognerei perdurasse per un tempo molto più lungo.
Sono giorni in cui inizia il copioso raccolto dei fagiolini americani e dei primi datterini nella serra.
Nell'aiuola nuova sotto il ciliegio, invece, è fiorita in queste ultime ore la saponaria doppia.
Rinvenuta in una cascina abbandonata nei pressi di Ceva l'anno scorso, non ne avevo mai trovato altri esemplari in giro. Il portamento è il medesimo della saponaria officinalis, ma la contraddistingue la fioritura stradoppia ed un profumo dolcissimo ed intenso. Dall'anno scorso si è moltiplicata in abbondanza ed ho potuto dividerla sistemandola in vari posti dell'orto-giardino per assicurarmi la sua permanenza al Buon Villano. Da un pò di ricerche botaniche potrebbe trattarsi della saponaria officinalis "Rosea Plena", una cultivar non così conosciuta che sono molto contenta di aver salvato dall'abbandono del suo giardino d'origine.
Ora la sera, verso l'ora del tramonto, l'aroma dolce della saponaria si mescola a quello della salvia sclarea. E' un momento che amo e che attendo per lunghi mesi, anche perchè la salvia sclarea , che in realtà arriva in omaggio dal giardino del Borgo Medievale di Edo, per me è il ricordo dell'aroma di maggio nei prati del Luberon quando la ginestra e la sclarea invadono l'aria lungo le strade brulle che salgono verso i piccoli villaggi di Provenza.
Anche il canto delle cicale che in questi giorni è quasi costante, mi porta con lo sguardo oltre le ultime dorsali dei monti, la' dove la Francia si arrampica ad abbracciare l'Italia in una terra di confine in costante ricerca di identità.
L.
Iscriviti a:
Post (Atom)